Trama: Le cucine, nuovissime e luccicanti o vecchie e vissute, che riempiono i sogni della protagonista Mikage, rimasta sola al mondo dopo la morte della nonna, rappresentano il calore di una famiglia sempre desiderata. Ma la famiglia si può anche scegliere o inventare, perciò il padre di Yuichi, giovane amico della protagonista, può diventare o rivelarsi madre e Mikage può eleggerli come propria famiglia, in un crescendo tragicomico di ambiguità.
La mia recensione:
"Non c'è posto al mondo che io ami più della cucina. Non importa dove si trova, com'è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene." (Tratto da "Kitchen")
Così comincia la storia narrata da Mikage, ragazza tranquilla e riservata, che si trova ad affrontare la perdita di sua nonna. Svuotata di ogni emozione che non sia la solitudine, Mikage passa le notti a dormire sul pavimento della cucina, accanto al frigorifero, nel tentativo di sfuggire al senso di angoscia che la accompagna.
Ma un paio di giorni dopo il funerale, Yuichi, il fattorino del negozio di fiori frequentato dalla nonna, si presenta alla sua porta. Mikage si sente subito a suo agio con questo ragazzo di bell'aspetto, dall'aria solare e gentile, e non ci pensa molto prima di accettare la sua offerta di andare a vivere con lui e sua madre.
La donna, di nome Eriko, anch'ella gentile e dal viso gradevole, è in realtà un uomo, che dopo la morte della moglie ha deciso di cambiare sesso ed essere per suo figlio sia padre che madre.
Mikage si affeziona subito ad entrambi e avverte, a poco a poco, il senso di solitudine svanire. Ma subentra la paura della perdita, la sensazione che presto o tardi potrebbero scomparire dalla sua vita anche loro.
"Anche se sono stata allevata con amore, mi sono sempre sentita sola. Un giorno o l'altro tutti si perderanno nelle tenebre del tempo e scompariranno. Ho sempre vissuto con questo pensiero radicato nel mio essere." (Tratto da "Kitchen")
Ed è proprio questo a rallentare lo sviluppo della relazione tra Yuichi e Mikage, oltre alla totale mancanza di spina dorsale del ragazzo che, ahimè, si presenta come un grosso punto a sfavore della storia.
Eh, sì, perché il nostro caro Yuichi, pur essendo descritto come una persona gentile e solare, a me sembra soprattutto scostante e debole. E l'autrice non ci fornisce alcuna spiegazione sul suo carattere, nulla che possa far luce sui suoi pensieri o sull'evolversi dei suoi sentimenti verso Mikage.
Anche lui ha paura di affezionarsi? E, se sì, perché? Non ci è dato sapere.
Grande pecca di questo romanzo è, dunque, l'assenza di informazioni che ci aiutino a capire meglio lo sviluppo della trama; perfino lo scorrere del tempo della storia ci scivola sotto gli occhi in poche pagine, catapultandoci da una situazione all'altra senza viverla.
Il romanzo, però, sa farsi amare, nonostante tutto, grazie alla freschezza e all'immediatezza dello stile narrativo, che immerge il lettore in una nebbia confortante dal retrogusto dolce-amaro.
"Diventerò grande, accadranno tante cose e toccherò il fondo molte volte. Soffrirò molte volte e molte volte mi rimetterò in piedi. Non mi lascerò sconfiggere. Non mi lascerò andare". (Tratto da "Kitchen")
Mikage è addolorata dalla morte che sembra colpire tutti quelli che ama, e tuttavia resta forte. Smette di piangersi addosso e decide di reagire, trovando una casa e una carriera che le portano tanta felicità. E in Yuichi trova un amico sincero, con cui bere il tè nel cuore della notte e con cui fare discorsi, talvolta un po' insensati, fino a crollare addormentati. Non ci vuole molto perché Mikage si renda conto che potrebbe diventare qualcosa di più.
Da qui in poi, lascio scoprire a voi cosa succede. Vi basti sapere che la dolce malinconia che permea questo romanzo mi ha conquistata alla prima riga, cullandomi fino alla fine come in un sogno. I difetti vengono dimenticati in compagnia di questi tre personaggi un po' fuori dagli schemi, che amano senza condizioni e vivono la vita con intensità.
Voto: 7
Promosso
Nessun commento:
Posta un commento