Care lettrici e cari lettori, dopo alcune settimane di assenza torno sul blog per una nuova recensione. Il libro in questione è adatto per lo più ad un pubblico femminile, ma questo non significa che non possa interessare ai maschietti. Leggere questo romanzo è stato piacevole e divertente e, soprattutto, un'utile distrazione in un periodo così stressante e pieno di impegni. Se vi interessa saperne di più, leggete la recensione.
Trama:
La mia recensione:
In questi mesi ricchi di impegni universitari, esami e feste di laurea, è stato molto difficile dedicare del tempo alla lettura. Sono riuscita a ritagliarmi solo uno spazietto nel weekend, alcune settimane prima di un esame, desiderosa di immergermi in un libro leggero e romantico, che mi facesse ridere e sognare per qualche oretta.
"Questioni di pratica" è risultato perfetto per le mie esigenze. Non troppo lungo né pesante, è riuscito a regalarmi qualche attimo di relax con le sue scene comiche e le sue battute sferzanti.
Come suggerisce il titolo, la storia segue il rapporto burrascoso di due avvocati, Payton e J.D, che lavorano per la stessa azienda da otto anni e che nutrono una reciproca antipatia.
Entrambi indossano una maschera di cortesia quando sono in presenza d'altri, maschera che cade appena si ritrovano da soli.
Payton crede che lui sia arrogante e maschilista, J.D la ritiene una femminista polemica e rompipalle e non hanno timore di dirselo quando ne hanno l'occasione.
La cosa più assurda è che entrambi non hanno idea di come sia iniziata questa faida.
- Penso che tu sia un bastardo sessista, borghese e supponente, di quelli che pretendono ancora che la moglie porti il loro cognome. J.D. le afferrò la mano e gliela scostò. - Almeno non sono una feminazi testarda e manipolatrice, convinta che casalinga sia una parolaccia!
(Tratto da "Questione di pratica")
Tutto cambia quando il loro capo li costringe a lavorare insieme su un caso importante. Il nuovo cliente è un pezzo grosso che non si lascia abbindolare dai soliti trucchetti da avvocato. Durante una cena di lavoro, l'uomo chiede loro di descrivere l'uno i pregi dell'altro, per capire se siano davvero la squadra migliore che si possa avere.
Questa richiesta, per quanto piccola, sconvolgerà completamente il loro rapporto, sarà come una palla di demolizione che darà il primo colpo al muro che li separa.
Payton è costretta ad essere onesta, a mettere da parte i rancori personali per dipingere J.D. al meglio: è un gran lavoratore, uno dei migliori nel suo campo, brillante e intuitivo.
La gentilezza di quelle parole sconvolge profondamente J.D. ed è come se la corazza che si sente obbligato ad indossare non fosse più necessaria. Non gli pesa riconoscere a sua volta i meriti di Payton e si percepisce da subito la nascita di un'intesa nuova.
Nel corso della narrazione, i due dovranno affrontare numerosi ostacoli, derivati soprattutto da molti malintesi e dal loro atteggiamento un po' infantile. Entrambi sembrano aspettarsi sempre il peggio l'uno dall'altro e non esitano a farsi dispetti per primeggiare.
Ma le parole gentili di quella cena li perseguiteranno per tutto il tempo, e a poco a poco impareranno a mettere da parte l'orgoglio e i rancori, a chiedere scusa quando necessario e a lavorare come una vera squadra.
- E' colpa di questo lavoro - Payton stava guardando fuori dalla finestra e, udendo la sua voce, si voltò verso di lui. - Litighiamo con la gente... ecco cosa facciamo. Ideiamo strategie contro gli avversari, cerchiamo di giocare sempre la mano vincente. A volte faccio fatica a staccarmi da tutto ciò - Si girò verso Payton e la guardò dritto negli occhi. - Sono stato molto scortese con te al ristorante. Ti devo delle scuse. Colta di sorpresa, Payton dapprima non disse nulla. Lui continuava a fissarla senza battere ciglio. Aveva due occhi azzurri davvero fantastici. Payton non sapeva spiegarsi per quale motivo avesse formulato quel pensiero. Annuì. - Okay. J.D. sembrava pronto ad affrontare una reazione ben peggiore. - Okay - disse, e le parve di vederlo sospirare di sollievo. Poi sorrise. Un sorriso sincero.
(Tratto da "Questione di pratica")
Man mano che si conoscono, diventa sempre più difficile per loro odiarsi. Payton capisce che J.D. non è affatto un figlio di papà, viziato e privilegiato, ma che, anzi, fa di tutto per allontanarsi dalla figura schiacciante del padre, giudice severo e rispettato, per costruirsi una carriera meritata e non ottenuta per nepotismo.
E J.D. si rende conto che Payton è una donna dolce, oltre che forte, cresciuta con una madre dallo spirito rivoluzionario, che le ha insegnato a non fidarsi degli uomini e a combattere sempre per ciò che le sta a cuore. Alla fine, viene alla luce il motivo della loro reciproca antipatia e, anche se non vi dirò qual è, ha dell'incredibile.
Ho apprezzato davvero questo libro, che nella sua semplicità mi ha regalato tanto: prima di tutto, che se ci aspettiamo sempre il peggio dalle persone non riusciremo a vederne il meglio e, poi, che a volte l'orgoglio va messo da parte ed è bene chiedere scusa per primi.
Lo stile dell'autrice è lineare ed efficace, i personaggi sono descritti con bravura e sono così realistici che mi sembra proprio di averli incontrati di persona. Non mancano scene divertenti e imbarazzanti che lo rendono ancora più gradevole nella lettura.
Se sentite il desiderio di un libro poco impegnativo, con dialoghi coinvolgenti, che vi facciano ridere, questa è la storia che fa per voi.
Voto: 7 e 1/2
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