martedì 28 aprile 2015

Recensione di "Città di carta", di John Green

Buonasera, cari lettori e care lettrici. Nella recensione di oggi vi parlerò di un libro fresco e a tratti dolce, come può esserlo solo un libro che parla di amori adolescenziali. Si tratta di "Città di carta" di John Green, autore del famoso "Colpa delle stelle", che ha portato una ventata di primavera in queste mie grigie giornate d'aprile. Curiosi di saperne di più? Spero di sì.



Trama: Quentin Jacobsen è sempre stato in­namorato di Margo Roth Spiegelman, fin da quando, da bambini, hanno condiviso un’inquietante scoperta. Con il passare degli anni il loro legame speciale sembra­va essersi spezzato, ma alla vigilia del diploma Margo appare all’improvviso alla finestra di Quentin e lo trascina in piena notte in un’avventura indimenticabile. Forse le cose possono cambiare, forse tra di loro tutto ricomincerà. E invece no. La mattina dopo Margo scompare misteriosamente. Tutti credono che si tratti di un altro dei suoi colpi di testa, di uno dei suoi viaggi on the road che l’hanno resa leggendaria a scuola. Ma questa volta è diverso.

La mia recensione:

Avete mai avuto una cotta da bambini, per una compagna di banco o per un vicino di casa? Quentin sì. Ha diciotto anni ed è innamorato di Margo da quando ne aveva otto. Sua compagna di giochi e vicina, Margo gli appariva come la creatura più meravigliosa di tutte, con il suo spirito ribelle e la sua voglia di trasformare la sua vita in una sequenza interminabile di avventure.

"Un miracolo capita a tutti. Io la vedo così. Tipo, non sarò mai colpito da un fulmine, [...] non mi verrà un tumore maligno a un orecchio, non morirò per combustione spontanea. 
Se però proviamo a vederle tutte insieme, queste cose altamente improbabili, salta fuori che a ognuno di noi prima o poi ne capita almeno una. Quasi di sicuro. Io potrei aver visto piovere rane. [...] Potrei aver sposato la regina d'Inghilterra o essere sopravvissuto per mesi in mare. Ma il mio miracolo è stato un altro.
Il mio miracolo è stato questo: tra tutte le case di tutti i quartieri di tutta la Florida, mi sono ritrovato a vivere nella porta accanto a quella di Margo Roth Spiegelman."

(Tratto da "Città di carta")

Ma Quentin non è mai stato un tipo incauto e col passare degli anni questa sua natura tranquilla finisce per allontanarlo dalla sua più cara amica, nonché primo amore. Passa l'adolescenza ad ammirarla da lontano, mentre è circondata dai ragazzi più popolari della scuola, ascoltando i racconti delle sue fantasmagoriche avventure, delle sue fughe notturne verso qualche posto lontano. 
Margo è per lui un essere perfetto, una creatura ultraterrena che ha completamente dimenticato la loro amicizia o, semplicemente, la sua esistenza. Per questo si sorprende quando una sera, pochi giorni prima del ballo di fine anno, la vicina si arrampica alla finestra della sua stanza, chiedendogli di partecipare a una folle notte per le strade della città, per vendicarsi del suo fidanzato e della sua migliore amica, che sono stati a letto insieme, e di tutte le altre persone coinvolte nella faccenda.

"Stanotte, mio caro, raddrizzeremo molti torti. Ed estorceremo alcuni diritti. I primi saranno gli ultimi e i miti erediteranno un po' di Terra. Ma per poter cambiare il mondo in modo così drastico dobbiamo prima fare un po' di spese."
(Tratto da "Città di carta)

Passare l'intera notte in giro con Margo è un'esperienza unica per Quentin, terrificante certo, ma pur sempre meravigliosa. La sintonia che ritrova con la sua vecchia amica lo porta a sperare di poter tornare a frequentarsi anche a scuola e magari, col tempo, di diventare qualcosa di più. Ma il giorno dopo, Margo non torna a scuola. Scompare. I genitori non sono per nulla ansiosi di trovarla, poiché è ormai una donna adulta e una veterana in questo genere di bravate.
Invece Quentin è preoccupato, qualcosa nello sguardo che Margo aveva la notte precedente lo inquieta e gli fa temere che la ragazza, stanca di vivere in una "città di carta", finta e senza emozioni, voglia compiere un gesto estremo. Perciò, quando scopre alcuni indizi da lei disseminati per la casa, decide di volerla cercare. 

" - Però è strano... Senza offesa, ma ha sempre lasciato indizi per i suoi genitori, perché stavolta dovrebbe averne lasciati per te? -
Mi strinsi nelle spalle. Non avevo idea della risposta, ma ovviamente avevo le mie speranze: che Margo volesse mettere alla prova la mia fiducia; che magari stavolta volesse davvero farsi trovare, e farsi trovare da me; che magari, dopo avermi scelto per quella notte infinita, mi avesse scelto di nuovo."

(Tratto da "Città di carta)

Quentin chiede aiuto ai suoi migliori amici, Radar e Ben, sfigati della banda scolastica proprio come lui, che accettano volentieri di aiutarlo a ritrovare il suo unico amore, rassegnandosi all'ossessione che il loro amico sembra aver sviluppato per la sua ricerca. Perché di questo si tratta.
Quentin è un adolescente dolce e gentile, il classico bravo ragazzo che aiuta la madre con le buste della spesa e rispetta l'orario del coprifuoco, ma la ricerca di Margo lo ossessiona a tal punto da fargli perdere di vista tutto il resto. 
E' un punto del libro che ho trovato difficile da digerire, a essere sincera. Nonostante lo stile narrativo di John Green sia fresco e leggero e, in qualche modo, riesca sempre a toccarmi il cuore, nella parte centrale del romanzo si fa un po' ripetitivo. Insomma, ami Margo, sei preoccupato, vuoi ritrovarla, abbiamo capito!
Per fortuna, dopo un paio di capitoli fermi a un punto morto, la storia riprende. E che storia. Quentin e i suoi amici si mettono in viaggio per andare da lei e l'allegra brigata, bloccata in un mini-van con poco cibo e con loro stessi come unica fonte d'intrattenimento, è davvero divertente. Tra soste al bagno, incidenti quasi mortali con mucche pigre e giochi di ruolo ho desiderato con tutta me stessa essere lì con loro.
E durante il viaggio, Quentin ha modo di mettere insieme i tasselli della vita di Margo e capisce che, in fondo in fondo, non la conosce davvero. Cosa capiterà, allora, quando riuscirà a trovarla?


"Non ero riuscito a pensare a lei come a una persona che poteva avere paura, che forse si sentiva sola in mezzo a tanta gente, che magari si vergognava di condividere la sua collezione di dischi perché era una cosa troppo personale.
Una persona che divorava guide di viaggio perché voleva fuggire da una città in cui molti si rifugiavano. Una persona che non aveva nessuno con cui parlare perché nessuno l'aveva mai vista come una persona.
E tutt'a un tratto capii come si sentiva Margo Roth Spiegelman quando non era Margo Roth Spiegelman: vuota."

(Tratto da "Città di carta")

Mi fermo qui, perché meritate di scoprire da soli che fine abbia fatto Margo e cosa succeda a tutti gli altri. Vi dico solo che sono stata abbastanza soddisfatta dal finale, anche se avrei preferito qualche dettaglio in più, magari un epilogo.
Nel corso della narrazione sono riuscita a farmi un'idea precisa sulla "donna-angelo" di Quentin e, lasciatevelo dire, non mi è affatto simpatica. Leggendo, ho avuto l'impressione che Margo sia una ragazza egoista e viziata, che non si cura delle persone che tengono a lei, ma solo di se stessa. Non si è fatta scrupolo ad abbandonare i genitori, la sorellina e gli amici senza uno straccio di biglietto o telefonata, non importa quali fossero i motivi che l'abbiano spinta a farlo. Quentin è troppo buono per lei, e per tutto il romanzo ho pensato "In qualunque modo finisca tra loro due, lei non merita il suo amore".

In generale, mi sento di consigliarvi questo romanzo, anche se, come vi ho detto, non è perfetto. Ma se riuscite a tener duro nella parte centrale e a sopportare l'ossessiva ricerca del protagonista della sua donzella perduta, vi assicuro che la lettura sarà molto piacevole
John Green ha l'abilità di trascinare i suoi lettori indietro nel tempo, facendo rivivere l'adolescenza e i forti sentimenti ad essa legati con una vividezza che lascia senza fiato. Ad ogni battibecco tra Quentin e i suoi amici mi è sembrato di tornare sui banchi di scuola, a quando la vita si riduceva a compiti, risate e pomeriggi a sognare a occhi aperti un amore impossibile.


Voto: 7
Promosso

Vi lascio con una notizia. A settembre 2015 uscirà il film di questo romanzo. Non vedo l'ora! Magari, dopo averlo visionato, farò un post per analizzare la trasposizione dalla carta alla pellicola. Ecco il link del trailer:



E voi? Avete già letto questo romanzo? Se sì, cosa ne pensate? Altrimenti, vorreste leggerlo? Fatemi sapere. A presto.




lunedì 13 aprile 2015

Recensione di "Lo straordinario mondo di Ava Lavender", di Leslye Walton

Care lettrici e cari lettori, dopo un paio di settimane di riflessione sono finalmente pronta a parlarvi di questo romanzo così speciale e fuori dal comune. "Lo straordinario mondo di Ava Lavender", nato sotto forma di racconto, è frutto della mente della bravissima Leslye Walton, che con questo suo romanzo d'esordio ha conquistato numerosi premi e il cuore di molti lettori. Compreso il mio.

Trama: Ava Lavender è nata con le ali, ma non può volare. Non può nemmeno vivere come le coetanee, perché sua madre la tiene chiusa in casa, al riparo da occhi indiscreti. Ma ha sedici anni e non si rassegna ad essere diversa. 
In cerca di un perché, scava allora nel passato della sua famiglia e scopre il destino infausto delle sue antenate: ognuna segnata da una peculiare stranezza, ognuna condannata a un amore infelice. 
E se fosse proprio l'amore la forza in grado di spezzare quell'antica maledizione? Un amore vero, capace di vedere oltre le apparenze. Per trovarlo, Ava dovrà affrontare il mondo fuori, gli sguardi di chi la crede un mostro o un angelo. Fino alla notte del solstizio d'estate, quando sarà lei a scrivere un nuovo, forse decisivo capitolo nella storia straordinaria della sua famiglia.


La mia recensione:


"Molti mi consideravano l’incarnazione di un mito, la personificazione di una magnifica leggenda, una favola. Alcuni mi giudicavano un mostro, una mutazione. Per mia grande sventura, una volta mi scambiarono per un angelo. Per mia madre ero tutto. Per mio padre, niente di niente. Per mia nonna ero la testimonianza vivente di amori perduti nel tempo. Ma io conoscevo la verità, l’avevo sempre saputa. Ero soltanto una ragazza. "
(Tratto da "Lo straordinario mondo di Ava Lavender") 

Inizia così questo piccolo capolavoro della letteratura contemporanea. Poche e semplici parole sono state più che sufficienti a farmi immergere nell'universo magico e straordinario di Ava Lavender.
Quest'ultima è la nostra narratrice, una sedicenne nata con le ali, vissuta sempre al sicuro tra le quattro mura di casa sua, che desidera capire quale sia l'origine della sua nascita straordinaria, raccontando la vita dei suoi familiari, i loro amori e le loro vicissitudini, fino ad arrivare al suo presente. I primi ad esserci presentati sono i bisnonni, Beauregard Roux e sua moglie, immigrati francesi che speravano di trovare fortuna e ricchezza a New York.

"Beauregard vendette il suo ambulatorio e acquistò sei biglietti di terza classe per il viaggio inaugurale dell'SS France, uno per ogni membro della famiglia, eccezion fatta per la capra, naturalmente. Insegnò ai figli a contare in inglese da uno a dieci e, sull'onda dell'entusiasmo, disse loro che le strade in America erano diverse da qualunque cosa avessero mai visto, non ricoperte di terra battuta come quelle di Trouville-sur-Mer, bensì pavimentate con ciottoli di bronzo.- Oro - lo corresse mia nonna Emilienne. Se l'America era davvero il posto fantastico che sosteneva il padre, di sicuro le strade erano lastricate con qualcosa di meglio del bronzo. 
(Tratto da "Lo straordinario mondo di Ava Lavender")

Il racconto intreccia insieme le vite dei suoi bisnonni a quelle della nonna Emilienne, una donna bellissima e dal carattere deciso, che una serie di dispiaceri e delusioni amorose porta a diventare una figura solitaria e scostante.
Ava narra la sua vita passo passo, giungendo alla nascita di sua madre, Viviane, una donna gioiosa e desiderosa di avventure, che perde i suoi colori e la sua passione per la vita a causa del mal d'amore.
La nostra narratrice arriva finalmente a parlare di sé, della sua nascita straordinaria, del suo fratello gemello, Henry, nato senza ali ma comunque unico nel suo genere, e dei molteplici personaggi le cui vite si sono intrecciate o si intrecceranno alla sua.



"Mi è stato detto che le cose vanno sempre come devono andare: mia nonna si innamorò tre volte prima del suo diciannovesimo compleanno. Mia madre trovò l’amore in un ragazzo del vicinato quando aveva sette anni. E io, io sono nata con le ali, uno scherzo della natura che non ha mai osato aspettarsi niente di grandioso come l’amore. È il nostro fato, il destino a decidere certe cose, giusto? Forse era soltanto una frase che dicevo a me stessa. Altrimenti, che cos’altro restava a un’aberrazione, un’intoccabile, una disadattata come me? Che cosa potevo dirmi quando ero sola di notte e arrivavano le ombre? Come potevo calmare il battito del mio cuore, se non con le parole: - Questo è il mio destino - ? Che cos’altro potevo fare, se non seguire ciecamente il cammino che era stato tracciato per me?"   

(Tratto da "Lo straordinaio mondo di Ava Lavender")

Le vite dei Lavender sono segnate dall'amore, di qualsiasi forma: quello familiare, quello tra amanti e quello tra amici; un amore che non sempre è puro e a lieto fine, ma a volte inganna e ipnotizza e scava nel petto una voragine che è impossibile da colmare. E' un amore che si presenta sotto mentite spoglie o che travolge come un fiume in piena, ma a volte è semplice lussuria travestita da amore, che può ferire e far male più di una spada.
Nel corso della narrazione le diverse sfaccettature di questo sentimento sono descritte con una tale crudezza e realismo da risultare dolorose. Spesso mi sono sentita sopraffatta dall'angoscia dei personaggi, pervasa dalla stessa amara e disillusa consapevolezza che l'amore come quello delle favole non esista.
Eppure, nello straordinario mondo di Ava, l'amore vero, quello che tutti anelano, esiste, anche se non è facile da trovare. Ed è un amore che salva la vita, un amore che dà un senso a tutto, che conforta e incoraggia, è un amore che mette al primo posto l'altro piuttosto che se stesso.

"[Mia madre] si preoccupava che io fossi un'adolescente come tante, dal cuore tenero e dalla personalità fragile. Si preoccupava che fossi più mito e immaginazione che carne e ossa. Si preoccupava dei miei livelli di calcio, dei miei livelli di proteine, persino dei miei livelli di lettura. Si preoccupava di non potermi proteggere dalle tante cose che l'avevano ferita: la perdita, la paura, il dolore e l'amore.
Soprattutto l'amore."


(Tratto da "Lo straordinario mondo di Ava Lavender")

Lo stile narrativo di Leslye Walton è diretto ed efficace, grazie all'uso di metafore vivide e coinvolgenti, che proiettano il lettore in un universo magico eppure realistico. 
Questo romanzo trabocca di sentimenti forti, che rischiano di sopraffare chi vi si immerge con la loro intensità. Ma sanno toccare l'anima e infondere un senso di speranza, nonostante tutto il dolore narrato. 

Mi fermo qui con la recensione perché non voglio rivelare nulla. So che in effetti ho detto pochissimo, ma fidatevi, è meglio così. I personaggi e gli eventi sono così intrecciati tra loro che anche solo rivelarvi qualcosa sarebbe uno spoiler clamoroso.
Vi lascio con il consiglio di leggere questo libro e rileggerlo e rileggerlo, e magari di regalarlo a qualcuno. "Lo straordinario mondo di Ava Lavender" è una favola per adulti, brutale nella sua intensità, ma allo stesso modo dolce e vera, adatta a maschi e femmine, adulti e adolescenti. Leggetelo e non ve ne pentirete.

Voto 9

Promosso