Il primo post per la serie 'Dalla carta alla pellicola' è dedicato a "Stardust", romanzo dello scrittore britannico Neil Gaiman, da cui nel 2007 è stato tratto l'omonimo film, diretto da Matthew Vaughn, con un cast ricco di attori con la A maiuscola. Questo romanzo rappresenta per me un'eccezione, poiché di solito, come per la maggior parte dei lettori, preferisco il libro alla trasposizione cinematografica. Ma stavolta le cose sono un po' diverse. Seguite il post per saperne di più.
Trama: In una fredda sera di ottobre una stella cadente attraversa il cielo e il giovane Tristan, per conquistare la bellissima Victoria, promette di andare a prenderla. Dovrà così oltrepassare il varco proibito nel muro di pietra a est del villaggio e avventurarsi nel bosco dove si raccoglie un incredibile mercato di oggetti magici. Tristan non sa di essere stato concepito proprio lì da una bellissima fata dagli occhi viola e da un giovane umano, e non sa neppure che i malvagi figli del Signore di Stormhold e le Streghe degli Alti Dirupi sono anche loro a caccia della stella.
La mia recensione:
E' difficile per me parlare di questo romanzo senza lasciarmi influenzare dal film, che ho visto prima di leggere il libro. Purtroppo - ma anche no - sono venuta a conoscenza della sua esistenza in un secondo momento, quando già le coinvolgenti avventure e i personaggi del grande schermo avevano fatto breccia nel mio cuore. A posteriori, sono felice che non sia accaduto l'opposto perché penso che avrei rifiutato con tutte le mie forze la visione del film, pensando che sarebbe stato altrettanto brutto, se non peggio. Avrei sbagliato.
Mentre il romanzo si presenta come un mucchio di pagine noiose e poco descrittive, la sua pellicola è in assoluto una delle più riuscite che abbia mai visto. Ma andiamo per ordine.

Ma Dunstan è attratto da un'altro tipo di mercanzia e lui e la donna passano una notte insieme, all'insaputa della padrona di lei. Nove mesi dopo, riceve un regalo inaspettato: un neonato in una cesta e un bigliettino con il suo nome, Tristan Thorne.
Il nostro protagonista cresce senza avere idea di chi sia la sua vera madre. Nel libro il padre si è sposato pochi mesi dopo la sua gita oltre il muro con una ragazza del villaggio, che accetta di allevare Tristan come figlio suo, pur trattandolo con distacco. Nel film, invece, Dunstan cresce il figlio da solo, forse a suggerire che sia ancora innamorato della bellissima schiava.
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Charlie Cox è Tristan Thorne. |
Tristan si presenta come un ragazzo goffo e un po' impacciato, che lavora come garzone in una drogheria e sogna una vita tranquilla accanto alla bella Victoria, suo primo e unico amore. La ragazza è, in entrambe le versioni, viziata ed egocentrica e per nulla interessata
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Sienna Miller è l'antipatica Victoria. |
a Tristan che, pur di conquistare la sua mano, promette di andare a cercare una stella caduta oltre il muro. Grazie all'aiuto del padre, riesce a superare le guardie al varco e a cominciare la sua ricerca.
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Claire Danes è la Stella della sera, Yvaine. |
Grande è la sorpresa del ragazzo quando scopre che la stella non è un grosso masso roccioso, ma una fanciulla dai capelli chiarissimi e dal carattere tutt'altro che "celestiale". Yvaine, questo è il nome della stella, è stata strappata giù dal cielo da un misterioso medaglione, della cui utilità parlerò più tardi. Con quel suo caratterino, Yvaine non accetta di venir presa in ostaggio da Tristan né di seguirlo fino al suo villaggio per conquistare Victoria, e tenterà persino di scappare. Ma le avventure che vivrà insieme a lui ne addolciranno i tratti più spigolosi e riveleranno una dolcezza e una passione molto profondi.
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Robert De Niro nella parte di Capitan Shakespeare. |
Uno dei personaggi più coinvolgenti che incontreranno durante il viaggio è Capitan Shakespeare, purtroppo assente nel libro, che ha fama di spietato pirata con il vizio di buttare giù dalla sua nave volante chiunque intralci il suo cammino. Ma in questo universo oltre il muro nulla è come sembra e anche un feroce pirata può rivelarsi un aiuto prezioso contro le forze del male che stanno cercando Yvaine.
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Un'irriconoscibile Michelle Pfeiffer nella parte di Lamìa, sovrana degli Alti Dirupi. |
Prima tra tutte, Lamìa, una strega millenaria che vuole rubare il cuore della stella per poter, con le sue sorelle, ringiovanire e riappropriarsi del proprio regno, ormai perduto.
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Mark Strong è Septimus. |
Segue Septimus, figlio del vecchio Signore di Stormhold, che, dopo aver ucciso i suoi sei fratelli per ascendere al trono, è alla ricerca del medaglione che ha strappato la stella dal cielo, poiché esso è il simbolo del potere del legittimo sovrano.
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I principi deceduti: Primus, Secundus, Tertius, Quartus, Quintus e Sestus. Il vecchio re aveva molta fantasia! |
Per tutto il viaggio è sorvegliato dai fantasmi dei suoi fratelli, divertentissimi con i loro commenti sarcastici anche nelle situazioni più serie.
Pur ritrovando la maggior parte di questi personaggi nel romanzo, e anche alcune delle avventure più significative, la storia scritta è di una noia mortale.
Strano, vero? Tantissimi elementi fantastici, avventure spettacolari, amore, odio e quant'altro e ci si annoia? Eppure è così.
Sembrerebbe che Neil Gaiman abbia voluto ispirarsi ad "Alice nel Paese delle Meraviglie" con tutti gli elementi irreali e fuori dagli schemi, ma che non abbia saputo esporli in maniera adeguata.
I personaggi secondari vengono a malapena descritti, e così anche le creature fantastiche, e pure gli elementi più eccentrici che andrebbero spiegati o analizzati sono lasciati al caso, sulla pagina, senza uno straccio di approfondimento.
I dialoghi, poi, sono spesso insensati e banali, non hanno un filo logico. L'evoluzione dei personaggi è totalmente inesistente. I loro caratteri hanno un encefalogramma piatto, per così dire. Insomma, Tristan è un ragazzo ingenuo, che diventa un uomo nel giro di due righe; Yvaine è un'isterica che all'improvviso smette di inveire contro il suo "rapitore" senza che ci venga mostrato perché.
Il finale, per concludere, è tra i più deludenti che abbia mai letto. Davvero.
Ma questo vale per il romanzo, lo ribadisco. Nel film ogni cosa è perfetta, tutto coinvolge ed emoziona e l'evoluzione dei personaggi è repentina ma credibile.
Dunque, il mio consiglio è: guardate il film, dimenticate che esiste il romanzo. Ne guadagnerete in salute.
Pur ritrovando la maggior parte di questi personaggi nel romanzo, e anche alcune delle avventure più significative, la storia scritta è di una noia mortale.
Strano, vero? Tantissimi elementi fantastici, avventure spettacolari, amore, odio e quant'altro e ci si annoia? Eppure è così.
Sembrerebbe che Neil Gaiman abbia voluto ispirarsi ad "Alice nel Paese delle Meraviglie" con tutti gli elementi irreali e fuori dagli schemi, ma che non abbia saputo esporli in maniera adeguata.
I personaggi secondari vengono a malapena descritti, e così anche le creature fantastiche, e pure gli elementi più eccentrici che andrebbero spiegati o analizzati sono lasciati al caso, sulla pagina, senza uno straccio di approfondimento.
I dialoghi, poi, sono spesso insensati e banali, non hanno un filo logico. L'evoluzione dei personaggi è totalmente inesistente. I loro caratteri hanno un encefalogramma piatto, per così dire. Insomma, Tristan è un ragazzo ingenuo, che diventa un uomo nel giro di due righe; Yvaine è un'isterica che all'improvviso smette di inveire contro il suo "rapitore" senza che ci venga mostrato perché.
Il finale, per concludere, è tra i più deludenti che abbia mai letto. Davvero.
Ma questo vale per il romanzo, lo ribadisco. Nel film ogni cosa è perfetta, tutto coinvolge ed emoziona e l'evoluzione dei personaggi è repentina ma credibile.
Dunque, il mio consiglio è: guardate il film, dimenticate che esiste il romanzo. Ne guadagnerete in salute.
Ciao!
RispondiEliminaAnche io la penso come te e infatti io non sono riuscita neanche a finire di leggere il libro! Pensavo di essere l'unica a pensarla in questo mondo. Fortunatamente il film è un capolavoro e sono sempre contenta di rivederlo :)
Che bello! Qualcuno che ha letto il libro! Anch'io pensavo di essere l'unica. Hai fatto bene a non leggere il finale, è tra i più deludenti che abbia mai letto, affrettato e senza un minimo di pathos. Niente a che vedere con la bellissima lotta finale del film!
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