domenica 22 maggio 2016

Recensione de "Il diavolo in corpo", di Raymond Radiguet

Cari lettori,
approfitto di una piccola pausa dallo studio pre-esami per parlarvi di un libro molto speciale, di cui sono venuta a conoscenza grazie al bellissimo intervento di Elisabetta Rasy per le Strane Coppie, un ciclo di incontri letterari organizzati da Lalineascritta. Scritto dal giovanissimo Raymond Radiguet, morto appena ventenne, e pubblicato per la prima volta in Francia nel 1923, "Il diavolo in corpo" fu a suo tempo un romanzo scandalo, date le tematiche sconvenienti trattate, ma divenne ben presto un classico della letteratura francese di inizio Novecento. Allora, siete curiosi? Leggete il post.

La trama:

Ambientato ai tempi della prima guerra mondiale, ha per protagonista un ragazzo che diventa l'amante di una giovane donna, Marthe, poco più grande di lui, promessa sposa di un soldato al fronte, Jacques. E' un'iniziazione sentimentale e sessuale febbrile e perturbante, una passione sondata con sguardo penetrante dall'autore, che scandaglia i contraddittori impulsi dell'adolescenza di fronte al sesso e alla responsabilità dell'età adulta. 

La mia recensione:

In una cittadina anonima sulle rive della Marna abita il nostro protagonista e narratore, anch'egli senza nome (sebbene nelle bozze del romanzo si chiamasse Francis), un quindicenne dall'animo ribelle con una forte passione per la letteratura e per l'arte. 
Un giorno di primavera incontra Marthe, figlia di certi amici di famiglia, che lo affascina con la sua natura irruenta e un po' civettuola. Ma la bella diciannovenne è già fidanzata con un altro uomo, un bigotto di nome Jacques di stanza al fronte da parecchi mesi. I due ragazzi instaurano un bel rapporto di amicizia, che per un po' non sembra portare ad altro, poiché il nostro protagonista ha altri pensieri che lo allontanano da Marthe, prima tra tutti la scuola.

A forza di pensare a Marthe, ci pensavo sempre meno. Nella mia mente succedeva quanto capita allo sguardo che vaga sulla tappezzeria di carta della camera. A forza di guardarla, gli occhi non la distinguono più. [...] Se uno stimolo proveniente da fuori mi costringeva a pensare a Marthe meno pigramente, la pensavo senza amore, con la nostalgia che si prova per quello che sarebbe potuto accadere. (Tratto da "Il diavolo in corpo")

Poco dopo il matrimonio, quando il marito parte nuovamente per il fronte, Marthe invita il suo giovane amico a casa per un té. Non ci vuole molto perché entrambi si confessino i reciproci sentimenti, dando inizio alla loro storia d'amore illecita, che sarà tormentata e ricca di ostacoli.
Troppo innamorati, o semplicemente troppo ingenui, per riuscire a tenere nascosto il loro affair, diventano presto oggetto di malevole chiacchiere tra i vicini e gli amici, che prendono ad evitare entrambi per la loro condotta sconveniente. All'inizio è facile ignorare l'isolamento sociale, basta ci sia l'amore, dicono, ma ben presto quello che pareva un sentimento solido e destinato a durare comincia a mostrare delle incrinature nelle fondamenta.

Cominciavo ad apprezzare il sonno casto e libero, il benessere di sapermi solo in un letto dalle lenzuola linde. Per non trascorrere più la notte da Marthe adducevo ragioni di prudenza. Lei ammirava la mia forza di carattere. [...] A letto, accanto a lei, d'improvviso, mi prendeva la voglia di dormire da solo, a casa dei miei; e presentivo quanto la vita in comune mi sarebbe risultata intollerabile. (Tratto da "Il diavolo in corpo")

Nonostante i due amanti si atteggino a persone adulte e indipendenti, essi non sono altro che ragazzini capricciosi e un po' volubili. Gelosia, ripicche e tradimenti sono viste dai due come simboli della loro passione bruciante, che si alimenta del sospetto e della noia che li attanagliano.
Il nostro protagonista pare stufarsi presto di Marthe, eppure allo stesso tempo non riesce a starle lontano, tormentato dal pensiero che un altro possa averla, specialmente quel marito lontano, che ogni tanto fa ritorno a casa e al quale Marthe giura di non essersi concessa mai dall'inizio della loro tresca. Ma sarà davvero questa la verità? 
Dal canto suo, Marthe sembra nutrire una vera e propria ossessione per il suo giovane amante; in ogni suo silenzio vede la fine del suo amore, in ogni sua assenza il tradimento. Ne diventa presto schiava, troppo presa dalla paura di perderlo per vedere il suo egoismo e i suoi capricci.

Non provai mai tanta voglia di baciare Marthe come quando qualche occupazione l'allontanava da me; mai tanta voglia di sfiorarle i capelli, di arruffarglieli, come nel momento in cui lei si pettinava. In barca, mi precipitavo su di lei coprendola di baci finché abbandonava i remi; [...] Lei vi riconosceva i segni di una passione ingovernabile, mentre era soprattutto il malvezzo assillante di infastidire che mi spingeva a comportarmi così. (Tratto da "Il diavolo in corpo)

Lo stile di Radiguet, semplice, lineare e scarno di dialoghi, rispecchia certamente la giovane età dell'autore. Altrettanto semplice è la trama, che non presenta momenti di notevole azione né colpi di scena eclatanti. Tuttavia, il narratore ci trascina con sé, con la sua voce cinica e lontana, un "senno di poi" che racconta le sue passioni di gioventù con più crudezza di quanto richiederebbe una storia d'amore tra due adolescenti.
Il narratore pare consapevole dei tratti infantili e ossessivi della tresca con Marthe e non tenta in alcun modo di giustificarli, pur chiamando spesso in causa la volubilità e i desideri carnali legati all'età. La semplicità della trama, comunque, non mi è affatto dispiaciuta, sebbene in un paio di punti della narrazione ci sia una specie di ripetitività dei temi che ha rallentato un po' la mia lettura: l'infedeltà, il sospetto e il tentennamento amoroso vengono portati all'attenzione del lettore un po' troppe volte, pur contribuendo a trasmettere quel senso di ossessione e pedanteria che fanno parte di entrambi i personaggi coinvolti.
L'immersione del lettore nella tresca è totale, pochissimi sono i cenni al mondo esterno e alla guerra, che viene citata quasi soltanto in riferimento alla lontananza di Jacques. 
Tutto è in funzione della passione e dell'inganno. E gli affetti familiari, che all'inizio del racconto sono descritti quasi come idilliaci, si trasformano ben presto, sotto la lente deformante dell'amore proibito, in attenzioni soffocanti e insensibili, affetti da temere poiché potrebbero portare alla fine di tutto.

In generale, leggere "Il diavolo in corpo" è stata un'esperienza piacevolissima. Radiguet possedeva di certo molto talento e non dubito che, se fosse vissuto più a lungo, avrebbe scritto molti capolavori. Non posso non consigliarvi la lettura di questo romanzo, dai più visto come il prototipo del bestseller erotico-sentimentale, che sa dipingere così bene i tormenti e -è il caso di dirlo- l'indiavolamento causati dal primo amore.

Voto 7
Promosso

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